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15/072020

Economia italiana, le previsioni di Prometeia fino al 2025

del 15/07/2020

 Calo del Pil di oltre il 10% e ripresa non prima del 2025. Sono le previsioni sull'economia di Prometeia, che riguardo la situazione globale prevede importanti contraccolpi anche per l'economia mondiale.

Il covid si farà sentire su tutta l'economia mondiale. Il Pil globale, secondo l'ultimo Rapporto di Previsione di Prometeia, si attesterà su un calo del 5,2%, con il commercio globale in diminuzione del 14,4%. A livello europeo si parla di un calo dell'8,1% in media del Pil.

Peggio andrà all'Italia, il cui prodotto interno lordo scenderà del 10,1%, pur con un rimbalzo del 5,9% nel 2021, che lascerà comunque molto spazio ad una ripresa che non avverrà prima di cinque anni. Lo stimolo fiscale, che vale cinque punti di Pil, si traduce sì in una maggiore liquidità per le famiglie ma è ancora insufficiente a innescare una vera ripresa dei consumi.

Secondo il centro di ricerca bolognese il nostro Paese dovrà certo fare ricorso al Mes, beneficiando di una delle quote maggiori dei 650 miliardi di euro potenzialmente stanziati, il 18,8%. Nel 2020 il rapporto deficit/Pil potrebbe attestarsi all'11% e il debito/Pil al 159%.

"In sintesi, - si legge nella nota di Prometeia, - la fase del superamento vedrà il nostro paese con un livello di attività economica inferiore a quello pre-crisi, con meno occupazione, con un livello di risparmio delle famiglie più elevato e di debito delle imprese non finanziarie e del settore pubblico più alto. Più in generale, con un aumento delle disparità a molti livelli, nella distribuzione funzionale e personale del reddito, tra i generi e le classi di età, tra settori produttivi e territori: a farne le spese in misura maggiore le piccole imprese e i lavoratori autonomi e meno istruiti".

"In questo contesto, - si aggiunge, - gli interventi massicci della Bce sono stati essenziali nella fase acuta della crisi ma non possono risolvere problemi strutturali. In questa direzione un’opportunità da non sprecare arriva dall’inedita possibilità di accedere a fondi pubblici potenzialmente ingenti e a condizioni molto favorevoli. Se indirizzate in modo corretto verso le ben note aree di fragilità della nostra economia (dalla sanità ai servizi per la “silver economy”,dalla scuola alle infrastrutture), queste risorse potrebbero far fare all’Italia quel salto di produttività, e dunque di crescita, che manca da ormai 25 anni".

fonte:Idealista